Il giorno della partenza: un biglietto di sola andata

Viaggiare con un biglietto di sola andata può essere complicato e può compromettere la partenza. So che sei curioso, anche se sai come é andata a finire!

Scritto il 02/04/2019 in #Riflessioni personali

Appena arrivai al banco checkin Lufthansa di Milano Linate feci una grossa scoperta: avrei avuto grandi difficoltà a partire. Quando viaggi con un biglietto di andata ed uno di ritorno nessuno si preoccupa di te e dei piani su cui hai fantasticato per mesi. Quando hai invece un biglietto sola andata, sembra quasi che tu voglia stabilirti in maniera permanente nel paese di destinazione.

Senza nulla togliere al Sudafrica, che è una bellissima nazione (anche se con tante controversie), io non avevo intenzione di rimanerci a vita. Non sarebbe stato semplice spiegare il mio tour overland di 8 mesi alla gentile dipendente Lufthansa, soprattutto menzionare gli stati dell'Asia centrale (tutti quei paesi con suffisso *stan, sembra quasi di inventarseli sul momento per chi ti ascolta e non è così ferrato in geografia). Come se non bastasse, nel corso degli ultimi mesi, avevo esaurito la voglia di raccontare il mio itinerario. Di fatto, ogni volta che amici e parenti mi chiedevano del viaggio, io attaccavo con la solita filastrocca dei paesi che avrei visitato: Sudafrica, Namibia, Botswana... e per ogni paese menzionato, mi sembrava di esserci già stato un sacco di volte, riducendo il fascino e la voglia di visitarlo.

Mi limitai a dire che è vero, che avevo un biglietto di sola andata ma con l'intenzione, dopo 15gg a Cape Town, di uscire dalla nazione per conquistare le bellezze naturali della Namibia e del Botswana. Non è un itinerario insolito fra quelli che chi si recano a Cape Town, generalmente però ripartono dallo stesso aeroporto sudafricano. Ci furono diverse incomprensioni iniziali, poi la gentile dipendente chiamò un suo referente e dopo, un quarto d'ora di telefonata, giunsero alla conclusione che avevo l'OK per dirigermi al gate e salire sul volo scalo diretto a Francoforte.

Tutto contento per aver risolto la questione e con il sorriso che mi accompagnò quella giornata, attesi in fila la mia scansione e quella del mio bagaglio a mano. Quella volta i miei coltellini svizzeri viaggiarono nel bagaglio in stiva perciò non furono requisiti: ebbi solo un forte dubbio sul powerbank al litio da 25000 mAh nuovo di zecca. Anche questa "visita" ai raggi X andò bene, per questo motivo mi convinsi che nulla avrebbe più ostacolato la mia partenza e che il viaggio stesse finalmente per iniziare.

Il volo per Francoforte fu caratterizzato da diversi bimbi piangenti che non alterarono minimamente il mio stato mentale: quello che lo mise però duramente alla prova fu l'accumulato ritardo e la dimensione colossale dell'aeroporto hub di Lufthansa. Appena varcai la soglia dell'aereoporto, realizzai di avere praticamente solo 15 minuti di tempo prima che l'aereo partisse! Chiesi a qualcuno dello staff dove fosse il gate per Cape Town e poi iniziai a correre, senza sapere bene dove andare, come un topo in un labirinto.

Alla fine realizzai che, dal momento che avevo prenotato un volo con Condor Airlines (discount brand di Lufthansa), il gate di partenza fu fissato in una sezione dell'aeroporto denominata "Culonia", e che per raggiungerlo ci avrei messo sicuramente più di 15 minuti! Continuai a correre con qualche dubbio di non riuscire a prendere quel dannato aereo e dover postare una storia su Instagram con il gate chiuso. Al termine di un lunghissimo corridoio intravidi lo stewart Lufthansa che si sbracciava animatamente urlando "Cape Town!": feci lo sprint finale e arrivai completamente fradicio al traguardo, sicuro di avere la vittoria in mano.

E invece no, tirarono fuori ancora la storia che avevo un volo di sola andata e che così non potevano sicuramente farmi salire sull'aereo. Ma che cazzo! Pensavo che la questione fosse stata chiusa definitivamente dalla dipendente Lufthansa a Milano Linate! Affannato e un po' incazzato dissi che "at Milan airport, your colleague tolds me that everything was OK", mentre i rigagnoli di sudore seguivano il loro corso dalla fronte, verso le tempie prima e poi lungo tutto il viso fino sulle labbra, rendendo difficoltoso aggiungere altri dettagli: un'immagine poco dignitosa di me si presentò davanti allo staff Lufthansa quellla sera.

Non bastò dirgli quelle parole, non servì neanche dirgli che il mio era un viaggio via terra di 8 mesi, che Cape Town era solo l'inizio, che mi sarei spostato in Namibia, Botswana e via verso l'Asia centrale. Loro volevano una prova che realmente sarei uscito dal Sudafrica via terra, un biglietto stampato o una email di prenotazione di un qualsiasi mezzo di trasporto o tour operator che mi avrebbe gentilmente portato fuori dal paese entro i 30gg: altrimenti "we can't accept you on the flight".

Colpo di culo: saltò fuori una email di prenotazione non pagata e non confermata del tour operator per il viaggio di 21 gg con destinazione Namibia, Botswana e Vic Falls.

Prenotazione senza nessuna validità che feci giusto il giorno prima della partenza e che non volli pagare perchè, considerate le cifre in ballo, ero in attesa di conferma della visita medica al Niguarda. Omisi di dirglielo e questo bastò per farmi salire sull'aereo, accomodarmi al mio posto e chiedere il drink di bevenuto. Per gli alcolici e i film era necessario un pagamento extra, per cui tutto sommato, decisi che ne avrei fatto volentieri a meno, cercando in qualche modo di competere sullo stesso piano a chi aveva il braccino più corto fra me e la compagnia aerea.

Ora però senza alcool e senza distrazioni, fu difficile non pensare al fatto che probabilmente avrei dovuto combattere ancora la piccola crociata personale sul viaggiatore con biglietto sola andata, una volta arrivato all'areoporto di Cape Town. Immaginai subito che al border mi avrebbero fatto mille domande e che con la difficoltà di chi deve spiegarsi in un'altra lingua diversa dalla sua lingua madre, mi avrebbero chiesto subito di seguirli in un altro ufficio, per un dialogo più intimo.

Immaginai me, seduto sulla sedia e con le braccia distese lungo la scrivania di un probabile set di Airport Security, la serie tv DMAX sui viaggiatori che cercano di entrare illegamente e che vengono poi irrimediabilmente rispediti nei loro paesi di origine. Appena arrivai a Cape Town, mi misi in coda al border: appena arrivò il mio turno, presentai il passporto, il biglietto, feci la solita foto senza occhiali. Poi, sorpreso, sentì la tizia del border dire "OK" senza farsi i mille problemi che si sono fatti quelli di Lufthansia. Ma vaffangul!